SALA 2 – 1971/1977
A partire dai primi anni Settanta, Vigliaturo esegue molti dipinti ad olio debitori della concezione accademica della pittura di Luigi Bertagna dal quale prende lezioni di disegno dal 1965. L’evoluzione dello stile pittorico di questi anni è una prova dell’influenza del maestro. Rispetto alle prime prove, è già evidente una maturazione nel tratto più preciso e nella composizione dell’opera, ma è dagli inizi degli anni Settanta che subentra una nuova concezione pittorica, maturata grazie all’incontro con il pittore chierese Edoardo Ferrero che lo spinge ad approfondire lo studio del colore, svincolandosi dai precetti del disegno puramente accademico. Per almeno un triennio al centro della pittura è la ricerca di una certa solidità delle forme. Questa fase è testimoniata dai primi paesaggi urbani dove la componente cromatica inizia a irrompere con decisione nell’economia delle opere. A predominare sono i paesaggi che riprodurrà per un decennio e che sono eseguiti sia su fondo chiaro, come “Matanza”, sia su fondo nero, come “Imperia”, città dove Vigliaturo svolge il servizio militare nel 1969. Numerosi sono gli oggetti domestici e di studio ritratti, così come il ricordo di luoghi familiari: nell’opera “Acri, casa mia”, egli rappresenta la casa – oggi restaurata e visitabile –, dove trascorre l’infanzia. Memore anch’esso di un ricordo infantile è l’olio su legno “Vecchio mestiere, ciabattino”, il cui soggetto è uno dei tanti ciabattini acresi che egli vedeva lavorare nelle botteghe.
Affinando la gradazione dei toni, si comprende fin d’ora come il colore non sia solo uno strumento pittorico, ma un vero e proprio linguaggio, un’esigenza di veridicità; come notò criticamente Adalberto Rossi, nel 1980, nella nota critica in occasione della mostra alla Sala degli ex combattenti di Chieri: «Su fondi neri che mettono in risalto i colori, […] denuncia innanzitutto un’abilità grafica non comune. […]. Dipinge a spatola a colori compatti, senza velature, con varietà di colori, sempre armonizzati, che danno al quadro una suggestiva profondità. Soprattutto i tetti delle case, d’un rosso diverso a seconda della luce, sono la particolarità del pittore, che si adeguano al bianco, al giallo, al gridellino, alle terre delle facciate». Questa caratteristica è evidente nell’opera “Giocatori”, ispirato alla famosa opera di Cézanne, ma anche ai numerosi giocatori che frequentavano assiduamente le cantine di Acri.
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da martedì a sabato
09:30 - 13:00 — 16 - 19:30
domenica
10:00 - 13:00 — 16:30 - 19:30
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