SALA 3 – 1978/1986
Il decennio degli anni Ottanta segna un arco temporale importante, fecondo di stimoli e di evoluzioni che influenzeranno radicalmente gli anni successivi. Dal 1978 al 1986, Vigliaturo si avvicina al figurativo paesaggistico eseguendo su fondo nero una serie di oli su legno stesi con l’uso della spatola. Di questi paesaggi lo affascinano potentemente le atmosfere silenziose dei centri storici, le case dai tetti aguzzi e li ritrae in una serie di vedute dai colori accesi, pervase da una spiccata sensibilità poetica e lirica. Le prime immagini metropolitane sono dedicate a Venezia dove soggiorna per brevi periodi a partire dai primi anni Ottanta e con cui stringerà un sodalizio umano e professionale. In “Angolo veneziano”, il colore delle vecchie case ha brillanti contrasti cromatici, mentre la linea mantiene la sua funzione costruttiva e il corso della Laguna conferisce all’intera visione un carattere sospeso, quasi onirico.
Sviluppando per circa un decennio questi temi su fondo nero, si avvicina alla pittura en plein air e partecipa anche a numerosi concorsi: è premiato nel 1979 con l’opera “La Cupola, Torino” al concorso «Pittori all’aria aperta», promosso dal quotidiano «Stampa Sera». Appaiono evidenti in questo periodo i segni di una ricerca attenta, di uno studio approfondito; ai concetti appresi grazie all’insegnamento di Luigi Bertagna e di Edoardo Ferrero, con i quali il rapporto umano continua ad essere stretto, si sostituisce la convinzione ferma del bisogno di ridefinire le modalità della propria pittura secondo schemi meno legati alle regole accademiche. Pervaso da questo nuovo atteggiamento è l’olio su legno “Vorrei dare tutto…al mondo” dove l’artista ritrae se stesso in un interno ideale e gli oggetti – un libro, simbolo della cultura, e una tazza, emblema della razionalità e del ritorno all’ordine, come nella poetica di Morandi e di Casorati – all’apparenza disposti a caso, sono invece legati da sottili equilibri.
Attento ai dibattiti, alle poetiche e alle ricerche formali che hanno animato l’arte del Novecento, nel luglio del 1983 visita al Palazzo a Vela di Torino l’importante retrospettiva dedicata a Alexander Calder, scultore americano che rappresenta uno dei più alti punti di incontro tra le culture figurative d’America e d’Europa; rimane affascinato dalla sua naturalezza gioiosa, dalla duttilità del disegno lineare, dalle sue forme piatte e scontornate, ma leggere e alitanti, e gli dedica Omaggio a Calder, opera concettuale che conserva, però, una propria autonomia pur nel suo suggestivo gioco di rimandi. Intensifica, così, la sua ricerca, ed inizia a sperimentare nuovi materiali, lavorando la cera persa, il filo di ottone, il metallo, la pietra, il polietilene, di cui sono testimonianza “Autoritratto” e “Il Gladiatore”, già rivelatrici di un richiamo sempre più forte verso la scultura.
Orario invernale in vigore dal 1° novembre al 20 giugno:
da martedì a sabato
09:30 - 13:00 — 15:30 - 19:00
domenica
10:15 - 13:00 — 16:15 - 19:00
Orario estivo in vigore dal 21 giugno al 31 ottobre:
da martedì a sabato
09:30 - 13:00 — 16 - 19:30
domenica
10:00 - 13:00 — 16:30 - 19:30
Lunedì chiuso
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